Durante questo viaggio fatto circa mille anni fa con quattro amici (Chiara appena diciottenne, Grazia, Mario e Rosella) avevo scritto un diario giornaliero: eccolo. Era il mio secondo viaggio in India e a rileggerlo, oltre ad essermi fatta un sacco di risate, mi sono stancata solo a pensare a tutti quei km (3560 per l’esattezza!) fatti con i mezzi più assurdi ed economici!!
7/29 agosto 1996
- 7 agosto 1996, mercoledì. Sono le 8 e l’agitazione sale. L’India… tra qualche ora sarà di nuovo l’India! Il mio sogno, credo il mio più grande amore. Tra poco sarò un’altra volta in mezzo a quel marasma e a quelle gente fantastica… DRINN… il campanello suona. E’ Franca. E’ l’ora. Si parte. Ore 14,35 siamo sull’aereo Air India in attesa della partenza per Bombay.
- 8 agosto, giovedì E’ andata! Ore 4,20 siamo seduti in un morbidissimo letto di nylon adagiato su un lussuosissimo pavimento dell’aeroporto di BOMBAY. Siamo nella capitale del Maharashtra uno degli stati più estesi e popolosi dell’India. Abbiamo cambiato 100$ per circa 3500 Rupie. Ho telefonato a casa e ho speso 46Rs (un caiz!!). Passato la notte in aeroporto poi due taxi per la città (225Rs. x taxi). Bombay è un gran bordello! C’è una calura micidiale e tutto è sommerso dall’indimenticabile “profumo”! Il nostro tassinaro ha dovuto chiamare un taxi per farsi indicare la retta via…ovviamente ci siamo persi!!! Arriviamo all’Hotel indicato sulla guida ma è un cesso, ne vediamo uno carino ma non ci vogliono quindi pernottiamo nella classica via di mezzo. Gita alla stazione per prenotare il treno per chissà dove! Un trauma! Praticamente nessuno ci considera, dopo quattro code da circa mezz’ora l’una, decidiamo di cedere e di cercare un’agenzia di viaggi che risolva i nostri problemi. Un risciò ci porta all’agenzia segnalata dalla guida: una specie di garage con una sedia e un tavolino…il risciò ci riporta alla stazione! Altra coda e finalmente la prenotazione per Solapur: 8 ore di treno! Ritorno in albergo: doccia e mega dormita. Alla sera girino per Bombay e cena in una bettola buia ma il riso è buono!!!
- 9 agosto, venerdì Sveglia, colazione e giro turistico per Bombay con taxista troppo simpatico. Ci fa visitare un Tempio Giainista proprio bello che mi ricorda quello visto a Bikaner due anni fa. Poi una “piscina”, l’acquario e la casa di Ghandi. Mi fa uno strano effetto entrare nella dimora di questo piccolo grande uomo che solo ora mi rendo conto essere esistito davvero. Ho la sensazione di toccare con mano un pezzo di storia. Alla sera cena in un ristorante cinese, poi zaini in spalla e stazione. (L’albergo di Bombay ci è costato 150 Rs a cranio). Aspettiamo un po’ alla stazione, il treno parte alle 22,20. Le stazioni indiane sono incredibili, sembra che la gente non vada mai a dormire, sono sempre affollatissime, qualcuno le usa come casa e credo dorma li tutte le notti. Appena ci sediamo, veniamo circondati da bambini che vogliono sapere il nostro nome e ci chiedono la solita “PEN”! Dopo un’oretta di attesa, ecco che arriva il nostro treno ed ecco che una marea di gente tenta di salirci sopra… un marasma! Pare che tutti gli indiani abbiano deciso di andare a Solapur, stanotte!!! Dopo un attimo di panico, alla ricerca delle nostre cuccette, si avvicina un tipo che vuole aiutarci, ci carica a forza gli zaini su un carretto, ci prende i biglietti e si incammina, a 80 Km. l’ora, verso il nostro vagone. Noi, che ovviamente ci vediamo dietro la fregatura, urliamo e corriamo cercando di fermarlo ma lui niente, non si ferma! Morale della favola: questo tipo, in trenta secondi, ci trova il vagone, le cuccette, ci porta gli zaini, ci fa sedere e ci augura buon viaggio! Mi sento una cacca. Come al solito, la nostra diffidenza è stata più forte della cordialità degli indiani. Viaggiamo in II° classe per la modica cifra di 720 Rs (in tutto). Il treno è caruccio e ci sembra di essere entrati nel vivo della vacanza. Ora siamo nel Karnataka uno stato pieno di contrasti caratterizzato da un lato da una città moderna e industrializzata come Bangalore (che prima o poi riusciremo a raggiungere!) e dall’altro da vaste zone rurali dove la gente vive praticamente solo di agricoltura. Arriviamo a SOLAPUR alle 9,30. Usciamo dalla stazione alla ricerca della Bus Station per raggiungere BIJAPUR. Troviamo un ragazzo con un fuoristrada che per 500 Rs ci accompagna… una figata! Bijapur è una bellissima cittadina dalla personalità fortemente mussulmana, mi pare anche che sia particolarmente ricca a giudicare dalle villette che ci sono. Non ci sono mendicanti ed è pieno di bimbi in divisa che vanno a scuola.
- 10 agosto, sabato. Alloggiamo in un Hotel meraviglioso. Facciamo un giretto per il paese. Ci guardano come se fossimo dei marziani. Credo che non vedano molti turisti da queste parti, noi non ne abbiamo ancora visti! Alla sera ceniamo in albergo… ottimo cibo, come sempre, anche se la cucina indiana viene apprezzata solo da me e da Mario.
- 11 agosto, domenica …sveglia, colazione e giro per il paese con il cavallino. Visitiamo il museo archeologico, il GOLGUMBAZ che pare abbia la cupola più grande del mondo dopo quella di San Pietro a Roma. Abbiamo fatto amicizia con la nostra guida, un ragazzo di 21 anni molto simpatico. Cena in un locale alquanto inquietante ma carino, ottimo cibo e ottimo il servizio: il cameriere è un fiore! Ritorno in albergo, doccia e partenza per la stazione con il cavallino e la nostra guida. E’ mezzanotte e partiamo per GADAG. Il treno è tutto un programma. I sedili sono completamente scassati, modello lettino per fachiri, pezzi di ferro che cigolano e scarafaggi che sono più grossi di Pallina (il mio cane!)!!! Dopo aver passato circa un’ora con le gambe sollevate da terra per paura delle “bestiole”, una di loro fa capolino da sotto il sedile e Grazia, senza esitare…. SGNEC ne fa marmellata!!! Questa è una di quelle immagini che non dimenticherò finchè campo! Alle 5,10 arriviamo alla stazione di Gadag: il deserto! Fuori non c’è un cane! Visto che di affittare una macchina per raggiungere Hampi non se ne parla, decidiamo di aspettare il treno delle 10 e di dormire qualche ora.
- 12 agosto, lunedì. Prendiamo il treno per HOSPET. E’ caruccio, tutto di legno azzurro. Arriviamo a destinazione e con un risciò raggiungiamo l’albergo indicato dalla guida: Hotel Pryadarshini. E’ carino. Doccina e poi ad HAMPI con risciò. Cena in localino caruccio a base di ottimo pollo e pessimi spaghetti arancioni. Nanna.
- 13 agosto – martedì. Piove da far paura. Decidiamo di fare ugualmente il tour dei templi con una mitica Ambassador. E’ tutto splendido. Abbiamo una guida simpaticissima che ci fa vedere delle cose curiose che da soli non avremmo mai trovato. Il tempio con le colonne musicali è sicuramente il più bello: praticamente picchiettando con una pietra sulle varie colonnine del tempio viene fuori una melodia. Sarò fatto apposta?!? Mah, chi lo sa! Ritorno in albergo, giretto per la città e cena in un posticino troppo caruccio. Con la folle spesa di 98 Rs abbiamo mangiato in tre, bevuto in cinque, dolce e caffè! Ottimo Thali. Ritorno in albergo, zaini in spalle e via verso nuove avventure!!! Ore 20,30 siamo sul treno per BANGALORE. Finalmente si dorme. Verso le 5 iniziano a sentirsi i bombardamenti: Grazia ha gli incubi, nel dormiveglia ho creduto che fosse scoppiata la guerra… invece è un indiano con le adenoidi che russa come se non ci fosse un domani!
- 14 agosto, mercoledì. Arrivo a Bangalore. La città mi sembra pulita, ho quasi la sensazione di non essere in India. Prenotiamo il biglietto per Madras e cerchiamo un albergo. Siamo al New Center Lodge. E’ carino e ci costa 350 Rs alla camera. Pomeriggio giro a piedi per la città. Abbiamo comprato un sacco di incenso, non troppo buono a dire il vero, e circa 10 Km di lino per farne tendine (lino si fa per dire… a me sembra garza colorata!) Ritorno in albergo per pochi minuti poi cenetta in un ristorantino tibetano, ottimo cibo. Usciamo e piove a dirotto, riusciamo a bloccare un risciò che ci porta verso l’albergo e… sorpresa: l’autista è un tamarro incredibile che accende la radio a tutto volume e ci porta a destinazione! L’immagine di noi cinque sull’ape car, con la radio a palla, sotto la pioggia è sicuramente la più mistica della vacanza. Ci riuniamo nella camera mia e di Mario a bere un te e a sparare cazzate. Grazia è completamente andata al punto che è diventata il nostro santone personale: “Sei BabBa”!!! Dopo una valanga di puttanate decidiamo di farla finita e di andare a dormire. Io e Mario ci lanciamo in discorsi seri sulla fame nel mondo e sul senso della vita, ma non riusciamo né a trovare una soluzione al primo problema né a capire il secondo!
- 15 agosto, giovedì. Nonna Papera alias Sei BabBa alias Grazia ci bussa alla porta per svegliarci ed io in preda ad una crisi di malinconia, mi giro verso Mario e dico convinta “mamma svegliati” …ho captato una risposta tipo “massseiscema??!?!” ma ho fatto finta di niente. Ore 6,15 c’è già il nostro amico tamarro del risciò che ci aspetta per portarci alla Stazione. Si parte per MYSORE. (Costo del viaggio 22 Rs a cranio = 880 lire per circa 150 Km di strada, incredibile!) Dopo circa tre ore arriviamo alla stazione di Mysore. Sono le 10. La città pare carina e anche questa fin troppo ricca e pulita per essere indiana. Chiediamo informazioni sul paesino dove vive la bimba tibetana che Grazia ha adottato a distanza: Tzerin. Mancano circa 100 Km. Affittiamo un taxi che nel giro di un chilometro cambia tre volte autista. Mah! Partenza. Il paesaggio è carino ma dopo circa 15 minuti mi addormento. Sulla mitica Ambassador ci saranno più o meno 40°, fa un caldo porco. Lungo la strada ci sono alberi enormi, mucche a non finire, cani e tantissime piantagioni di tabacco e banane. Tzerin è una bambina tibetana che con la famiglia è fuggita dal suo paese dopo l’invasione dei cinesi e ora vive in questo campo profughi. Lungo la strada incontriamo due ragazze tibetane a cui chiediamo informazioni e molto gentilmente salgono in macchina con noi e ci indicano la strada. L’equipaggio dell’Ambassador è ora a quota 8 componenti!!! Che meraviglia! Ci sono tante casettine tutte colorate, immerse nel verde e appena scendiamo dalla macchina tutte le persone che incontriamo ci sorridono e ci salutano con l’adorabile Namastè. Ci accompagnano alla casa di Tzerin. E’ stupenda. Grazia è commossa e non solo lei. Abbiamo tutti le lacrime agli occhi. Ci fanno entrare nella loro casetta. E’ proprio graziosa, piccola ma deliziosa, povera ma ben arredata. Facciamo alcune foto alla piccola e poi andiamo a trovare un’altra famiglia. Stesso trattamento. Ci ospitano a casa loro, ci offrono te, biscotti e riso soffiato. Più conosco questa gente e più mi viene difficile capire come si possa far loro del male. Qui si respira solo pace e serenità nonostante le difficoltà e la tristezza che si legge nei loro occhi per essere stati obbligati ad abbandonare il proprio paese. Va bè, non capisco… Altre foto, i saluti e via, si riparte per Mysore. E’ stata una bellissima esperienza, solo che abbiamo rischiato di annegare… Grazia non smette più di piangere… che fiore!! Giro per la città e ritorno a Bangalore sul trenino. Sono le 9,30 siamo ancora sul treno ed io ho appena finito di leggere “Eva Luna” della Allende. Mi è piaciuto moltissimo. Arrivati a Bangalore prendiamo un risciò e vai con la cena.
- 16 agosto, venerdì. Sveglia ore 7. Doccia e partenza per il paesino fuori Bangalore dove si trova la comunità di Sai Baba, l’originale. Raggiungiamo la meta con un risciò… impieghiamo circa un’ora per fare una ventina di chilometri! La comunità di Sai Baba, purtroppo, ha suscitato in tutto il Team la stessa reazione: fastidio!!! Questo tipo deve essere pieno di soldi da far paura e credo non sappia neppure il significato delle parole generosità e altruismo. Il motivo? Semplice! Al di fuori delle mura di questa reggia ci sono decine di bambini che chiedono rupie e che molto scortesemente, vengono allontanati dalle guardie. Alla faccia del “Santone”! Dopo aver concluso che la nostra BabBa è molto meglio di quello vero, torniamo, con il solito risciò, a Bangalore e ci lanciamo nell’emporio a fare acquisti! Disastro! Sembriamo pazzi! Tutti acquistano cose di dimensioni “umane” tranne io e Chiara che decidiamo di comprare un tappeto a testa. E’ bello ma pesa un casino. Dopo qualche giorno di caldo, freddo, aria condizionata, pioggia, umidità… ecco che la roccia cede e mi viene la febbre! Non importa, le vacanze continuano! Andiamo a visitare il tempio del Toro dove abbiamo visto pipistrelli grossi come gatti! Usciamo e cerchiamo un risciò. Dopo averne beccati quattro che si sono rifiutati di portarci perché eravamo troppi, arriva un’anima pia che ci accompagna al Palazzo del Governo. La guida dice che: “dietro la grande scalinata, all’interno del palazzo, ci sono delle bellissime decorazioni” alchè, presi da un raptus artistico, decidiamo di andare ad ammirarle. L’unico piccolo problema è che questo enorme palazzo ha ben quattro enormi facciate con quattro enormi scalinate, dietro alle quali non siamo riusciti a vedere un pippo di niente! Tristi e sconsolati rinunciamo e ci avviamo verso la posta centrale per telefonare a casina. Le strade di Bangalore, come quelle di tutte le città indiane, sono una cosa pazzesca. Ci sono duemila risciò che si incrociano e si sorpassano, camion TATA (famosissimi), 200 pedoni al mq., carretti, mucche e una perenne nuvola grigia di smog!! Acchiappiamo l’ennesimo risciò e ci facciamo portare in un localino per gustarci una pizza… Che sgiai (“che schifo” per i non piemontesi)!!! Dopo questa mazzata culinaria, ritorno in albergo e preparazione degli zaini. Stazione, si parte per MADRAS. Alle 22,30 saliamo sul treno. Le prenotazioni non ci sono quindi dobbiamo pagare 75 Rs ad un tipo, un presunto controllore, che ci sistema un po’ qua e un po’ la! Io sono sicuramente la più fortunata! Sola, in uno scompartimento con cinque indiani, uno dei quali, e più precisamente quello nella cuccetta di fronte alla mia, ubriaco come un mulo! Nessuno spegne la luce, ci sono 40°, mi è pure venuta la febbre e Superciuk parla nel sonno in una lingua che credo non capirebbe neanche un indiano. Visto che non riesco a dormire e il viaggio è ancora lungo, scrivo le cartoline. Finalmente riesco a prendere sonno quando sento un urlo incredibile di Grazia: “siamo arrivati!!” Addormentati come cinque coglioni, scendiamo dal treno, il caldo è soffocante!!! Un ragazzo si avvicina e ci chiede se vogliamo un taxi. Contrattiamo un po’ e poi per 700 Rs ci accompagna a MAHABALIPURAM.
- 17 agosto, sabato. Sono le 6,00 del mattino. Non mi sento per niente bene, starnutisco in continuazione e mi sento la febbre a 40. Nonostante questo riesco ad addormentarmi… Dopo circa un’ora mi sveglio e mi rendo conto di essere finita in paradiso! Finalmente il mare, la spiaggia, le palme… Alle 7,30 circa arriviamo alla nostra meta Mahabalipuram (Mamalla per gli amici). E’ un piccolo paesino in riva al mare, molto carino e molto fricchettone! Alloggiamo in un albergo dal nome impronunciabile. E’ spettacolare e i camerieri sono gentilissimi. Fa un caldo che non si resiste. E’ la prima giornata di sole dall’inizio della vacanza. Peccato che io non mi senta molto bene. Decidiamo di rimanere in albergo fino al pomeriggio per evitare di fondere. Verso le tre decido la terapia d’urto: trenta gocce di Novalgina, una doccia fredda e via… Facciamo un giretto per il paesino, è stupendo. Ovunque si sente il picchiettare degli scalpelli sulla pietra. Mamalla è infatti famosa per le sculture ed oggettini vari. Sono proprio degli artisti! Le sculture vanno da statue di Ganesh alte due metri a margheritine grandi come un cinquanta lire. Nel dubbio ho comprato le seconde!!! Vediamo i primi negozi con le cose “ciapa turisti”… prevedo che spenderò una cifra! Dopo il giretto finalmente la spiaggia. Non siamo ancora arrivati che io, Chiara e Mario siamo già a mollo. E’ bellissimo, ci sono le onde alte e ci divertiamo come pazzi! Usciamo dall’acqua e tentiamo di prendere il sole ma veniamo assaliti dai locali e dai turisti indiani in vacanza. Quasi tutti vogliono venderci qualcosa e quasi tutti ci riescono! Cena in un ristorantino consigliato dalla guida per l’ottimo pesce. Non è un granchè ma comunque ci abbuffiamo! Ah, dimenticavo, la terapia d’urto ha funzionato, la febbre non c’è più!
- 18 agosto, domenica. Sveglia all’alba, ore 6. Andiamo a visitare i templi sulla spiaggia, non sono un granchè ma l’atmosfera è stupenda. La giornata è bellissima anche se alle 7 del mattino comincia già a fare caldo. Andiamo a vedere la “Palla di Burro”, un grande masso in bilico sulla roccia. Poi un’intera parete di roccia scolpita da questi artisti. Un capolavoro! Il caldo diventa insopportabile e decidiamo di ritornare in albergo. Cazzeggiamo per qualche ora e poi… via sulla spiaggia! Bagnetto e un po’ di sole. Ritorno in albergo, cena a base di peperoncino puro. Giretto per il paese e ultimi acquisti. Nanna. Le zanzare sono insopportabili.
- 19 agosto, lunedì. Sveglia ore 5,30. Si parte per PONDICHERRY con un taxi per 600 Rs + tasse. Arriviamo a destinazione e il tassista ci porta in una specie d’albergo dal quale sicuramente riesce a beccarsi una percentuale. Uno schifo. Le camere sono contornate da merde di cane. Rinunciamo e ci facciamo portare in un altro albergo consigliato dalla guida: il Park Guest House. Questa specie di ostello fa parte di una serie di cose, o meglio di quasi tutta la città, che appartengono ad una certa Aurobindo Ashram Society. Ashram significa “luogo di ritiro in cui vivono più discepoli sotto la guida di un maestro”: Sri Aurobindo appunto! Soprannominato Autoblindo per l’occasione! Il posto è molto bello… bè, più che bello direi ordinato e disciplinato… tanto come dire, francese! Pondicherry infatti credo fosse una colonia francese. Negli anni ’70 in questo posto si realizzò un grande progetto: la prima città utopica in cui tutti si amano, tutti si rispettano, tutti si aiutano… utopia…appunto! C’è da dire che qui si respira un’aria molto spirituale. Non si può ne bere ne fumare e bisogna rientrare al massimo alle 22,30. E noi, ubbidienti, praticamente siamo rimasti nella nostra stanza per tutto il giorno. Verso sera usciamo, andiamo a sederci per un po’ in riva al mare e poi a cena. Piove a dirotto, decidiamo di raggiungere comunque l’albergo. Peccato che dopo una fulminea corsa per poco non annego nel cortile dell’albergo che era completamente allagato.
- 20 agosto, martedì. Sveglia ore 5,30. Zaini in spalla, anzi in macchina, e si parte per TIRUCHIRAPALLI (in arte Trichy). Il taxi ci costa 1100 Rs e impieghiamo circa 4 ore per raggiungere la meta. Ci facciamo portare nel migliore albergo segnalato dalla guida ma è esageratamente caro anche per le nostre tasche (costa 15000 Rs a testa per notte!). ci spostiamo così all’Aristo Cottage. E’ carino e costa decisamente meno. Alloggiamo in una villettina tutta per noi. Posati gli zaini partiamo alla scoperta della città. Fa un caldo da stramazzare al suolo con la lingua penzoloni! Un risciò ci porta al Rock Fort Temple. Si salgono 437 scalini per metà all’interno di una montagna e l’altra metà sotto il sole cocente. Tutto questo, ovviamente scalzi… abbiamo i piedi ustionati! Arrivati in cima alla scalinata vediamo un bellissimo panorama. Si scende. Un altro risciò ci porta dall’altra parte del fiume Cauvery dove visitiamo il tempio di Sri Ranganathaswamy. E’ uno splendido complesso di templi induisti circondato da sette mura all’interno delle quali ci sono ben 21 gopuram (cupole). E’ veramente grandioso. Come guida troviamo un ragazzo che dice qualche parola in italiano. Ci fa visitare per bene il tempio e ci spiega le cose elementari sulla religione induista. E’ veramente un casino. Dopo questa piccola lezione di religioni orientali, torniamo in albergo, doccia… rimango per mezz’ora chiusa nel bagno e devo ancora scoprire chi è quel cornuto che ha bloccato la porta! …cenetta! Al ritorno in albergo vediamo una piccola agenzia di viaggi che ci ispira. Entriamo e prenotiamo le cuccette per COCHIN per domani sera (150 Rs a cranio). Ritorno in albergo. Ci sono circa 50°. La stanza delle tre ciospe è fresca, quella mia e di Mario è un forno, l’aria condizionata non raffredda e, in più, fa un rumore che sembra di avere un Lamborghini acceso in camera! Prima di dormire provo a riassumere quello che credo di aver capito o meglio quello che mi ricordo della lezione di oggi sulla religione induista… Ecco i suoi tre Dei:
- BRAMA IL CREATORE – NON HA INCARNAZIONI – HA UN VEICOLO MA NON RICORDO PIU’ QUAL’E’!!!
- SHIVA IL DISTRUTTORE – IL SUO VEICOLO E’ IL TORO – MARITO DI PARVATI – PADRE DI MURUGAN E GANESH – DIO DELLA SAGGEZZA E DELLA PROSPERITA’ – NON HA INCARNAZIONI –
- VISHNU TERZO DIO DELLA TRIADE INDIANA – DIVINITA’ SUPREMA E CONSERVATRICE – NOVE LE SUE INCARNAZIONI: PESCE (MATSYA); TARTARUGA (KURMA); CINGHIALE (NARAHA); UOMO-LEONE (NARASIMBA); NANO (VAMANA); BRAHAMINO; RAMA; KRISHNA; BUDDHA; LA DECIMA REINCARNAZIONE E’ L’APOCALISSE
- 21 agosto, mercoledì. Dopo questa notte d’inferno, il risveglio è peggio! La cenetta di ieri deve avermi fatto un po’ maluccio e le corse al cesso non le conto neanche più! Chiara Mario e Rosella decidono di andare a visitare un paesino nei dintorni che Trichy. Io e Grazia rimaniamo a chiacchierare…. Nel primo pomeriggio arrivano i tre baldi giovani entusiasti della loro escursione. Usciamo ed andiamo a ritirare i biglietti per Cochin. Cerchiamo un posticino per la “merenda sinoira”. Mario tenta con i dolcini che sinceramente mi fanno un po’ schifo… lui, ovviamente, manda giù tutto! Usciamo, troviamo un supermercato, compriamo biscotti e carta igienica: non si sa mai! Zaini in spalla e si riparte per nuove mete! Viaggio notturno per Cochin. Il treno è come tutti gli altri, in più, questa volta, piove e io sono “accucciata” vicino al finestrino che ovviamente non si chiude. Anche questo viaggio è tutto un programma! Vicino a noi ci sono tre indiani che decidono di cenare e rovesciano un sacchetto di salsina arancio fosforescente sul sedile… Io continuo ad imbarcare acqua e non so cosa mi stia succedendo ma gratto come se avessi le pulci, forse le ho! Nonostante tutto c’è comunque una cosa positiva: non ho più la caghetta! Finalmente, tra una grattata e l’altra, riesco ad addormentarmi. Ad un certo punto sento Chiara che urla: “NO!” Mi sveglio e la vedo con una faccia incazzatissima che mi dice: “dormo con te!”. Ecco appunto…ora nella cuccetta bagnata di 50 cm x 1 mt siamo comodamente in due! Il motivo dell’urlo era semplicissimo: un indiano panzuto che dormiva di fronte a lei, dopo averle chiesto il solito “What’s your name?” seguito dal “Where are you from?”, continua con “Do you whant to have sex whit me?” Chiara con una faccia che era tutto un programma risponde un secco “NO!” e lui, come se fosse la cosa più naturale del mondo, ribatte: “NOT HERE, IN THE BATHROOM!!!” …grandioso… spettacolare!!! Le donne occidentali non devono avere una grande reputazione da queste parti! Dopo questa esperienza erotico-sessuale della nostra diciottenne, arriviamo a COCHIN. Bene, siamo nel Kerala. Quante volte mi è capitato di vedere foto di questo angolo di mondo sulle riviste di viaggi… incredibile, adesso sono proprio qui. Il Kerala è una striscia di terra fertile e lussureggiante affacciata sul mare delle Laccadive. Il paesaggio è dominato da campi di riso, manghi, anacardi, palme da cocco, vette brumose e foreste tropicali…praticamente un paradiso. Ovviamente questo è quello che dice la nostra Bibbia, vedremo! Una chicca: il Kerala è stato il primo stato al mondo ad eleggere liberamente un governo comunista nel 1953… praticamente un paradiso! (e due!). Prendiamo un risciò e ci facciamo portare nell’albergo consigliato dalla bibbia… che è full! Proviamo con il secondo e ci va bene!! E’ abbastanza pulito anche se non molto carino. Fort cochin è una specie di isoletta collegata alla terra ferma da un ponticello. Non c’è molto, è un paesino piccolo e fortunatamente tranquillo.
- 22 agosto, giovedì. Sciogliamo le righe…io e Chiara rimaniamo in albergo e la triade esce a fare un giretto per negozi e paesino. Al loro ritorno improvvisiamo una grande sorpresa per la nostra BabBa che oggi compie ben 32 anni!! Sorpresa… siamo riusciti a “costruire” una torta di compleanno con quello che avevamo: schiuma da barba, dentifricio e una candela diametro 20 cm. recuperata in albergo!! …e si, gli amici!!! Usciamo a visitare Fort Cochin. Vediamo un “palazzo” all’interno del quale ci sono dipinti che raffigurano la Ramajana. Facciamo un giretto per il paese, cercando disperatamente un succo di mango. … ma mango per idea (battutona!!!). Ripieghiamo sull’ice cream. Prenotiamo il giro in canoa nelle Backwaters per domani mattina (costo 250 Rs cadacranio). Cena in un ristorantino all’aperto…piove a dirotto!
- 23 agosto, venerdì. Partiamo per la crociera con un battellino che ci porta alla città poi un’oretta di macchina e poi… la meraviglia!! Siamo nel ben mezzo delle lagune e le nostre guide ci fanno vedere la vegetazione locale: la pianta del pepe, la noce moscata e il caffè poi via con la canoa! Passiamo attraverso canali strettissimi, completamenti coperti dalla vegetazione che è fittissima. Ci sono un sacco di fiori acquatici, sembra di navigare su di un prato. Ogni tanto incontriamo, sulla riva, qualche capanna con tanti bambini che ci salutano. Sembra di essere in un film, precisamente “alla ricerca della pietra verde”! Certo che c’è un’umidità…. Verso la fine del giretto inizia a piovere a dirotto quindi scappiamo in macchina e via in albergo in attesa dello spettacolo di danza che andremo a vedere alle 18,30: il Katakali. E’ stupendo! Il teatrino è molto piccolo, saremo circa quindici persone e i ragazzi sono proprio bravi. Questa danza è complicatissima. Da quel che ho potuto capire viene insegnata in una specie di scuola d’arte che dura ben otto anni. Gli spettacoli per intenditori durano qualcosa tipo dieci ore, per fortuna il nostro è un centrato di poco più di due! Ogni movimento di questi personaggi dipinti e mascherati corrisponde ad una parola… chissà se qualcuno tra i presenti è riuscito a capire una frase?!? Personalmente nonostante una specie di dizionario parole-gesti/gesti-parole fornitoci all’ingresso non ho capito una bella cippa di niente!
- 24 agosto, sabato. Sono le 7 e stiamo per partire per KOVALM BEACH con una macchina. Impieghiamo più di cinque ore e l’Ambassador è un forno. Visto che ormai il gruppo è lanciato nelle “vacanze alternative”, sembra che nessuno, oltre a me, abbia voglia di farsi qualche giorno di sano mare! Comunque ho avuto ragione io! Ragazzi… il paradiso!!! Un mare che fa venir voglia di piangere, un cielo splendido un sole meraviglioso, una spiaggia da sogno, palme, fricchettoni ovunque, Bob Marley nell’aria, un paesino bellissimo pieno di negozietti e un mare di ristorantini all’aperto sulla spiaggia!! Eh si, non sarà proprio l’India reale ma io mi sento proprio a casa! L’albergo è bellissimo, e dopo aver posato gli zaini ci lanciamo subito negli acquisti. Ci sono tantissimi sarti che con la macchina da cucire sulla spiaggia, confezionano camice troppo carine: ne ho comprate quattro! Dopo tanti giretti e tanti acquisti, io e Chiara ci lanciamo in acqua. E’ uno spasso. Le onde sono altissime e ci sbattono di qua e di la! Sulla spiaggia conosco una signora che ci prepara una macedonia con papaya, mango ananas, banana e cocco grattugiato. Incontriamo una ragazza di Gadag, bellissima, che vende tessuti e altre cosette, è dolcissima, ha 19 anni è sposata e ha un bimbo di nove mesi. Compriamo di tutto! Doccia e vai col pesce! Sulla spiaggia i ristorantini espongono il bottino dei pescatori: pesce spada, gamberoni, calamari… Ci sediamo in uno di questi e ci abbuffiamo come cinghiali per l’astronomica cifra di 1055 Rs. Ancora un giretto per i negozi e nanna, siamo sfiniti.
- 25 agosto, domenica. Grazia oggi deve tagliare i capelli (con una specie di cesoia da siepe) ad un ragazzo che abbiamo conosciuto ieri sera. Dopo il lavoro, la spiaggia. Mare, sole, mare, sole… talmente tanto sole che siamo tutti arrostiti, specialmente Rosella che ha le chiappe fucsia! Ritorniamo nel nostro ristorantino e ci abbuffiamo nuovamente. Inizia a venirmi il panico… non voglio lasciare questo paradiso… eppure…
- 26 agosto, lunedì. Sveglia molto ma molto presto in quanto i mie due compagni di stanza, rombiballe, decidono che sono le 8,30 e iniziano a far casino. Peccato che l’orologio di Mario fa si le 8,30 ma della sera prima visto che è fermo!!! Piove. Sono le 7,30 e siamo già tutti in piedi. La nostra temperatura corporea è di circa 50° e le chiappe di Rosella raggiungono i 100°. Io Grazia e Chiara decidiamo di non cedere e di andare in spiaggia visto che ha smesso di piovere. Facciamo il bagno tra onde spettacolari. Alle 13,45 partenza per l’aeroporto di TRIVANDRUM. Lasciare questo posto è un dramma per tutti e cinque. Dopo gli spostamenti in treno e le sfacchinate della nostra movimentata vacanza, ci volevano proprio questi giorni di svacco totale. Arriviamo all’aeroporto e tutto va per il meglio… almeno fino a BOMBAY. Qui inizia la nostra più grande disavventura. All’uscita dall’aeroporto di Bombay incontriamo il solito tipo che propone una sistemazione in un hotel. Per 1000 Rs ci offre una grande camera per tutti. Per una volta decidiamo di non essere diffidenti ed accettiamo la proposta… grande cazzata! Ci portano con un pulmino in questo albergo che guarda caso non ha nessuna grande camera disponibile. Anzi la camera c’è ma è un dormitorio pubblico. L’alternativa sono due camere per il doppio della cifra pattuita. Grande incul…! Abbiamo gli occhietti iniettati di sangue e il procacciatore d’affari, alquanto preoccupato, ci propone di riportarci in aeroporto. E’ notte e siamo sfiniti. Sul pulmino il cornutaccio ci parla di un altro albergo per la cifra di 550 Rs a camera e noi come cinque pirla decidiamo di dargli nuovamente fiducia. Seconda grande cazzata! Arriviamo in questo posto e la cifra da 1100 Rs lievita magicamente a 1728 e le camere da due diventano una! Dopo aver sputacchiato in faccia al cornutaccio, decidiamo di accettare anche perché fuori è buio, non sappiamo dove ci troviamo e siamo stanchissimi. Ceniamo nel ristorante dell’albergo e andiamo a dormire. Domani sarà un’altra tragica giornata!
- 27 agosto, martedì. Rimaniamo in albergo fino alle 12 poi ci avviamo verso l’aeroporto. Ci rimaniamo per le 13 ore successive… In queste interminabili ore, facciamo gli ultimi acquisti e saliamo sull’aereo. Non so se è per la stanchezza o per la tristezza per il ritorno a casa, il team cade in uno stato di semi incoscienza per circa otto ore. Francoforte. Questo aeroporto è una “roba” esagerata. Le dimensioni sono paragonabili a quelle di San Sebastiano e Casalborgone messe insieme. Rosella parte subito: gran culo! Noi invece dopo qualche illusione, ci rassegniamo a trascorrere qui le prossime 12 ore. La prima grande cavolata è stata andare al bar a far colazione: 50.000 lire quattro brioches e quattro caffè. Seconda grande cavolata mega spesa in un negozietto in cui abbiamo dato il meglio di noi! Pranzo a base di wuster, formaggio di capra, polentine e caramelle al limone. Non ho parole! Grazia comincia a dare i primi segni di squilibrio e nausea. Finalmente è l’ora del ritorno. Ultimo volo per il 1996! Voliamo bassi bassi sopra Torino e si distinguono i corsi e le vie della città… Caselle… Fine di un’altra indimenticabile avventura!
Ecco le poche foto che sono riuscita a recuperare…