4/24 agosto 1996
Primo viaggio in India! Anzi primo viaggione in assoluto! Correva l’anno 1994 e io e Grazia volevamo a tutti i costi andare dall’altra parte del mondo…più precisamente in Messico! Ovviamente ci siamo svegliate a luglio e volevamo partire ad agosto e il tipo dell’agenzia di viaggi (perchè all’epoca si andava ancora in agenzia!) ci ride in faccia e ci dice che non c’è speranza, tutto esaurito! Se volete, aggiunge, si sono liberati due posti per Delhi, prendere o lasciare. E noi abbiamo preso! Dire che dell’India non sapevamo nulla è dire poco ed esattamente due minuti dopo aver detto di si al tizio, abbiamo iniziato a farci qualche piccola domanda del tipo: ma Delhi dove si trova esattamente?! E così, tornata a casa, ho telefonato a quello che poi sarebbe diventato uno del miei più cari amici (all’epoca eravamo compari di treno, ogni mattina Chivasso/Torino, lui per andare all’università e io al lavoro). “Ciao Mario, cosa fai quest’estate? Vieni in vacanza con noi?” “Dove?” “In India!” “Aspetta che mi siedo…si vengo!!” . Grazia fa più o meno la stessa cosa con un altro nostro carissimo amico e così anche Gigi si unisce all’allegra brigata!!!
Di questo viaggio mi è rimasto impresso TUTTO, mai avrei pensato che l’India mi sarebbe entrata nell’anima così profondamente!! Ricordo la botta quando siamo atterrati a Delhi in piena notte. Appena si sono aperte le porte dell’aereo i vestiti ci si sono appiccicati addosso come se ci avessero tirato una secchiata d’acqua! E poi le mucche sulla pista d’atterraggio, quell’odore forte di spezie e molto altro, la folla che ci circondava proponendo qualsiasi cosa, chi un taxi, chi un chai, chi un casco di banane, chi una samosa appena fritta, chi voleva portarti in un albergo…insomma un delirio assurdo, talmente assurdo che me ne sono innamorata immediatamente!
Con in mano la nostra fedele Lonely ci facciamo portare all’Hotel Victoria. L’aeroporto dista dalla città una cinquantina di chilometri e lungo il tragitto non riuscivo a staccare gli occhi da quello che vedevo… gente ovunque!! Erano quasi le due di notte e sembrava fossero le dieci del mattino!!! La sensazione di smettere di respirare e di rimanere con gli occhi sbarrati per una quantità di tempo indefinito, mi accompagnerà per tutta la vacanza!!
Come quattro bravi ragionieri, ovviamente, avevamo studiato il percorso in ogni suo più piccolo dettaglio, niente era lasciato al caso… Il giorno tot facciamo questo, poi visitiamo quell’altro, poi prendiamo il treno e andiamo qui, poi un bus e andiamo la e via dicendo. E invece è bastato incontrare un signore sorridente e simpatico, con tanto di barbone e turbante e che ovviamente non dimenticherò mai più, per farci scombinare tutti i nostri piani quasi perfetti! Nell’ordine: ci adotta tutti e quattro, ride come un pazzo quando gli spiattelliamo il nostro impeccabile itinerario, ci prepara un piano d’attacco che non fa una grinza e ci fa bere un secchio di buonissimo te a testa! Inutile dire che, senza battere ciglio, abbiamo accettato!!
Morale della favola…e qui ecco la grande chicca…oggi cercando nelle mille scatole che si sono impossessate di casa mia ho trovato il foglio originale del suddetto piano d’attacco! Delhi/Rajasthan/Agra/Varanasi/Pokara/Kathmandu/Delhi
La scaletta prevedeva una settimana in groppa alla mitica Ambassador (con tanto di autista) in giro per il Rajasthan: Jhunjhunu, Mandawa, Bikaner, Pushcar, Jaipur e poi fino ad Agra. Da Agra in treno fino a Varanasi. Da Varanasi in treno fino a Gorakpur, che sta al confine con il Nepal. Da Gorakpur in autobus Deluxe, e sottolineo Deluxe e dopo vi spiego il perchè, fino a Pokara. Da Pokara in autobus fino a Kathmandu e da li un volo per fare ritorno a Delhi. Tutto molto chiaro no?! Lineare…oserei dire perfetto!!
Bene, partiamo dalla settimana da “ricchi” con la nostra Ambassador bianca e il nostro super autista. Inizialmente tutto sembrava filare liscio. L’autista sembrava cordiale anche se aveva un mezzo sorriso che incuteva un po’ di timore e il viaggio entrava nel vivo tra paesini accoglienti, tantissima gente e i soliti occhi sbarrati dallo stupore e dalla meraviglia! Ma… e c’è sempre un ma… qualcosa inizia a non andare per il verso giusto con la nostra autovettura. E’ vero che le strade erano sterrate e la macchina vagamente datata ma sembrava davvero di essere su quattro ruote quadrate!!! Credo che l’immagine dell’autista che scende dall’auto e che con un coltello da macellaio stacca dei grandi pezzi di copertone che svolazzano appesi alle ruote resterà impressa nella memoria di tutti! Dopo qualche giorno, durante un lungo percorso in mezzo ad una landa deserta con tanto di carcasse e avvoltoi che ronzavano nell’aria, la cara vecchia Ambassador si ferma e non da più segni di vita! Per fortuna la magia indiana fa passare proprio da quelle parti un presunto meccanico che ci fa ripartire la macchina tra le madonne del nostro autista che si fa sempre più cupo e incazzato. Per fortuna arriviamo a Bikaner e dopo un giro per la città e la cena andiamo a dormire in un piccolo albergo dopo aver salutato e dato appuntamento per la mattina dopo al nostro cocchiere di fiducia. Forse non abbiamo specificato bene quale fosse la mattina perchè l’autista si è volatilizzato e con lui anche l’Ambassador! Morale della favola il furbone, che scopriamo essere stato in galera per circa dieci anni per non si sa quale crimine, ci ha mollati nel mezzo del deserto del Thar e si è fregato pure la macchina!!!! Chiamiamo il nostro guru a Delhi che lancia altrettante madonne e poi ci dice che ci avrebbe mandato un’altra macchina con un altro autista!! E così in effetti è stato… macchina perfetta e il ragazzo che noi abbiamo deciso di chiamare Carlo perchè il suo nome era impronunciabile, è di una gentilezza e di una simpatia uniche! E quindi la vacanza riparte senza più intoppi!
Visitiamo Jhunjhunu e Mandawa con le sue haveli bellissime, Bikaner con il suo meraviglioso tempio giainista e lo spettacolare tempio dei topi, Pushcar con il suo lago e i suoi brahamini fregaturisti, Jaipur con il suo casino infernale e il bellissimo palazzo dei venti e ultima tappa Agra (per la descrizione più dettagliata del Rajasthan potete vedere la pagina https://www.gigificio.com/rajasthan/ ).
Che dire di Agra… o meglio che dire del Taj Mahal se non che ti lascia senza fiato?! Questo mausoleo di marmo bianco è l’inno all’amore e alla passione… Costruito nel 1632 dall’imperatore moghul Shah Jahan in memoria dell’adorata moglie (una delle…) Mumtaz Mahal. Si rimane incantati da tanta imponenza e si potrebbe stare a guardarlo per una giornata intera perchè ad ogni piccolo movimento del sole, cambia il suo colore… insomma, capisco perchè il Taj Mahal è considerato il simbolo dell’India. La città di Agra non è nulla di speciale.
Il nostro Carlo ci accompagna alla stazione e poi se ne va…con molta tristezza! Partiamo per Varanasi (Benares). Ecco, se fino a qui i miei occhi erano sbarrati dallo stupore di un mondo che non riuscivo neppure ad immaginare, a Varanasi mi escono proprio dalle orbite! Questo posto lascia senza parole, solo questo! Varanasi, la città sacra per tutti gli induisti che devono recarsi, almeno una volta nella vita, e immergersi nel grande Gange. Secondo l’induismo l’unico posto della terra in cui gli dei permettono agli uomini di sfuggire al samsara (l’eterno ciclo di morte e rinascita) è la riva occidentale del Gange proprio a Varanasi, perchiò nel corso dei secoli milioni e milioni di induisti sono venuti a morire proprio qui. Per poter osservare senza rompere le scatole decidiamo, con non poche difficoltà, di affittare una barchettina, probabilmente fatta di carta di giornale, e buttarci sul grande fiume sacro in contemplazione dei tanti ghat dove gli induisti fanno le loro abluzioni mattutine, delle pire funerarie accese giorno e notte, degli enormi e coloratissimi teli stesi su queste grandi scalinate e soprattutto in contemplazione del colore assurdo dell’acqua del Gange che i due ragazzi che ci accompagnano bevono senza problemi. E’ tutto così surreale, così forte, così maledettamente vivo… un vero e proprio assalto ai sensi! Come scriverà qualcuno parecchi anni dopo: “Vedi mai una stella cadere e non ricordi cosa desiderare… non c’è niente dentro me qui a Varanasi perchè dentro ci sei tu, la mia Varanasi Baby…”
Partenza in treno da Varanasi per Gorakpur, dove si potrà chiedere il visto per il Nepal e attraversare il confine in groppa al famoso autobus Deluxe alla volta di Pokhara. Il tutto dovrebbe essere, non dico proprio veloce ma quantomeno semplice e indolore… e invece…
Cominciamo col dire che Gorakpur è il posto più caldo e umido che esista sulla faccia della terra! Continuiamo col dire che per noi, come per tutti, Gorakpur avrebbe dovuto essere soltanto una tappa per chiedere il visto per il Nepal e proseguire! Ricontinuiamo col dire che proprio quel giorno, esattamente come quello prima e quello dopo, è stato indetto uno sciopero degli autobus e quindi tutti quelli che sono arrivati a Gorakpur in giornata hanno dovuto, guarda caso, fermarsi una notte nell’unica bettola esistente nel raggio di 50 km! Diciamo anche che i letti della suddetta bettola erano fatti non con normali materassi ma con materassi imbottiti con pezzi di copertoni dei camion. E infine vogliamo parlare dell’immagine indelebile di noi quattro che nonostante l’assoluta immobilità grondavamo liquidi modello sauna finlandese?! Bene…questa è stata la parte più semplice di quel pezzo di vacanza!!!! E qui mi ricollego al famosissimo autobus Deluxe! La scelta era caduta sul Deluxe per via dell’aria condizionata… dopo quella nottata avremmo preferito vivere il resto della nostra vita in un freezer piuttosto che ripetere l’esperienza… In che cosa consisteva l’aria condizionata???? Semplice: gli autobus Basic cioè i più economici avevano i finestrini sigillati che non si potevano aprire; quelli Deluxe invece non li avevano proprio. Diciamo che non so se era “condizionata” ma di aria ce n’era davvero un sacco, considerando che il viaggio si svolgeva di notte e a circa 3000 metri… E voi pensate che sia finita qui e invece no… Forse nella precedente esistenza abbiamo commesso qualche sgarbo alla categoria degli autisti e quindi in questa vita ci ritorna tutto indietro…non lo so…so solo che l’autista Deluxe era più di la che di qua! Addormentato? Bevuto? Chi può dirlo… di fatto, nel bel mezzo della notte e soprattutto nel bel mezzo di una strada strettissima, tutta curve e con uno strapiombo da far impallidire anche un sadhu che ha raggiunto il nirvana, l’autista Deluxe perde il controllo dell’autobus Deluxe e per fortuna, sottolineo per fortuna, finiamo nel fosso sul lato sinistro della strada… diciamo il lato Deluxe ecco… se invece fossimo finiti sul lato destro, in questo momento, probabilmente sarei già reincarnata in una mucca indiana (Deluxe ovviamente!). Bene, che fare? Ovviamente scendiamo tutti dall’autobus e come nelle migliori tradizioni vacanziere a noi e all’unico altro gruppo di turisti (spagnoli) viene una ridarola che non aveva nulla ma proprio nulla di umano!!!! Dicevamo, che fare?! Come per magia arriva un camion pilotato da due aquile che, per darci una mano, decidono di spingere l’autobus tamponandolo!!!! Risultato? Il nostro mezzo diventa ancora più Deluxe… a sto giro, data la botta ricevuta, è partito anche l’unico vetro rimasto oltre al parabrezza: quello posteriore!!! Dopo vari tentativi, per fortuna arrivano i nostri salvatori, due camionisti che con una corda rimettono in strada il povero pullman e ci fanno ripartire… belli arieggiati!!!!
Finalmente arriviamo a Pokhara. Pokhara è una cittadina sul lago Phewa, nel Nepal centrale. È conosciuta come punto di partenza per il circuito dell’Annapurna, famoso sentiero escursionistico sull’Himalaya. Da vedere, oltre al verde meraviglioso, l’atmosfera rilassata e mistica, i negozietti con mille cose una più bella dell’altra, un cibo da urlo… c’è tempio di Tal Barahi, una pagoda a due piani costruita su un’isola in mezzo al lago, che raggiungiamo con una canoa guidata da noi con non pochi problemi! Ci voleva proprio un po’ di svacco totale!!!
E da Pokhara via con una altro autobus, questa volta decente, verso Kathmandu. Il Nepal è completamente diverso dall’India ma altrettanto bello, forse ancora di più… è più verde, meno caotico, la gente è più tranquilla e rilassata, si respira un’aria davvero mistica e piena di bella energia. Resta il fatto che l’incasinatissima e assurda India ti rimane addosso e non ti molla più!! La parte centrale e vecchia di Kathmandu con la sua Durbar Square è un posto incantevole. Bisognerebbe rimanere qui per una vacanza intera per vedere tutto (infatti ci tornerò qualche anno dopo…). Swayambhunath o tempio delle scimmie, tempio buddista che sorge in cima ad una collina ad ovest della citta. Pashupatinath il più importante tempio induista del Nepal. Si trova lungo il corso del fiume Bagmati, a Kathmandu, ed è dedicato al dio Pashupati, una delle manifestazione di Shiva. Qui si svolgono quotidianamente le cerimonie funebri con i defunti che vengono cremati sulle pire e poi le ceneri disperse nel Bagmati. Boudhanath è uno stupa situato a circa 5 km da Kathmandu. La grandezza del suo mandala ne fa uno dei più grandi stupa del Nepal. Patan anche conosciuta come Lalitpur è considerata la più antica tra le città reali nella valle di Kathmandu, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Bhaktapur che dire, non riesco nemmeno a descriverla, è semplicemente la meraviglia! Ancora qualche giro in Thamel street, la zona più fricchettona di Kathmandu e volo di ritorno per Delhi.
Alla fine, nonostante le disavventure che hanno fatto diventare questo un viaggio unico, magico, stancante e indimenticabile, ritorniamo tutti interi a Delhi con l’idea di prendere un taxi per andare all’albergo che il nostro Sig. Suri ci aveva prenotato insieme a tutto il pacchetto. Appena messo piede all’aeroporto, leggerissimamente provati dalla lunga vacanza, sentiamo urlare i nostri nomi, un po’ storpiati ma comprensibili… chi era??? LUI!!! Il Sig. Suri che aveva deciso di venirci a prendere e di accompagnarci in albergo… e cosa portava con se??? Ebbene si: una torta di panna… aveva letto sul passaporto che Grazia compiva gli anni proprio quel giorno!!!! Che dire… a ripensarci ancora mi scendono le lacrime…
La vacanza è finita, si torna a casa.
Ecco quello che succede quando un viaggio ti cambia per sempre la vita, quando per te ci sarà sempre un prima e un dopo, quando la tua percezione delle cose materiali e “astratte” non sarà mai più la stessa, quando non riuscirai più a fare a meno di tornare in quella terra, quando per tutta la vita diventerà il tuo rifugio, il tuo posto, la tua “casa”.
E poi arrivi alla stazione di Chivasso con i tuoi amici più sfatti di te e trovi tua mamma che, questa volta lei con gli occhi sbarrati, ti dice: “Oh signur! Ma come siete conciati???? Avete perso un sacco di chili!!!! Ma da quanto tempo non vi lavate, lasciate la scia!!!!”
Grazie mia India, grazie!
Team: Gigi, Grazia, Mario e io…
E ora un po’ di foto (di repertorio!!!)…